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lunedì 25 febbraio 2013

SPOILER ONCE UPON A TIME


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Per Ginnifer Goodwin, il cui amore giovanile per la fantasia l'ha portata ad un film con Julia Roberts e a cinque stagione di Big Love, interpretare Biancaneve (e la sua moderna controparte) in Once Upon A Time della ABC è un doppio sogno divenuto realtà.

C'era una volta Ginnifer Goodwin che, quando si trovava a Memphis, nel Tennessee, ed era ancora nel periodo della crescita, annunciò a sua madre che sarebbe andata a scuola come Alice nel Paese delle Meraviglie. Sua madre non batté ciglio e presto accompagnò la figlia in classe e disse alla maestra: “Questa è Alice…”

“Oh Ginny” – rispose l’insegnante – “Che carina! Pensi di essere Alice…”

Al che la signora Goodwin rispose: “No, lei non pensa di essere Alice. Lei è Alice. Per cortesia, la chiami Alice”.

L’insegnante sorrise amabilmente e disse: “Oh, che dolce”.

Chiaramente, lei non capì. Ciò non fermò Ginny, che rimase tutto il giorno fedele al personaggio.

“Mia madre si arrabbia ancora [con la mia insegnante] quando lei racconta questa storia” dice la Goodwin, che arriva al Four Seasons Hotel di Los Angeles, richiamando l’eleganza di Audrey Hepburn, con il taglio di capelli alla elfo e con un outfit all-black da ragazzo, in stile beat-chic – pullover da uomo Prada, pantaloni Chaiken e calzature Chanel. Dopo aver preso posto nel patio, l’attrice continua – “Te lo giuro, circa cinque anni fa, ricevetti una lettera divertente da parte di quest’insegnante. Diceva ‘Ricordo che eri solita venire a scuola vestita in costume, fingendo che fossi qualcun altro.’ Non era ancora in grado di capire”.

Fortunatamente per la Goodwin, un numero crescente di fan non solo la capisce, ma probabilmente la seguirebbe fino alla tana del coniglio. Con i suoi occhi scuri color giada e con la sua pelle luminosa, ha trasmesso quell’inspiegabile convinzione e impegno che aveva manifestato da bambina a un crescente numero di ruoli composti fondamentalmente da personaggi positivi, che sono reali e in cui ci si può immedesimare – il personaggio più conosciuto è la moglie-sorella più giovane di Bill Paxton, Margene, di “Big Love” della HBO, e ora è una dei protagonisti principali della seconda stagione di “Once Upon A Time” della ABC.

In questa rivisitazione in chiave moderna della favola dei fratelli Grimm, che è un miscuglio di cultura popolare che va da Maxfield Parrish a Stephen King, si diverte tantissimo ad interpretare un doppio ruolo in due mondi alterni: nel passato è Biancaneve, dalle labbra rosso-rubino; nel presente è un’insegnante, in stile ‘Plain Jane’[ossia una ragazza insicura di sé e timida N.d.T.], della scuola elementare di Storybrooke, una cittadina del Maine dove vivono i personaggi delle favole, privi di tutti i ricordi del loro passato (almeno, durante la prima stagione), poiché sono stati banditi dal loro mondo dalla Regina Cattiva.

Se tutto ciò sembra un po’ artificioso, beh, si pensi a una pietra miliare della TV di non tanto tempo fa, “Lost”, che è la serie con la quale i creatori-produttori esecutivi del programma – Edward Kitsis e Adam Worowitz – si sono fatti le ossa. “Once Upon A Time” (programma esecutivamente prodotto anche da Steve Pearlman) prende in prestito alcune delle tecniche narrative di quella serie, tornando, attraverso dei flashback, nel passato dei personaggi delle favole, per fare un confronto e per portare avanti la trama del presente.

Per la Goodwin, ciò significa indossare abiti principeschi, cavalcare, frequentare nani e brandire spade – e questo la entusiasma. “È come frequentare da capo la scuola di teatro” dice. “Sapevo che mi sarei divertita un mondo”.

E grazie alle sue qualità di attrice, è in grado di dar senso a ciò che senso non ha, ottenendo gli elogi dai colleghi “La cosa bellissima di Ginny è che in un certo senso è come un libro aperto” dice Jennifer Morrison. “È totalmente, al 100%, immersa in ciò che fa”.

L’ex star di House interpreta una cacciatrice di taglie, Emma Swan, che è cresciuta orfana e che non aveva idea (fino ad ora) di essere una principessa: la figlia di Biancaneve e del Principe Azzurro. Per proteggerla dalla Regina Cattiva, è stata mandata nel XXI secolo, dove ha avuto un figlio. Ha dato in adozione suo figlio, Henry (Jared Gilmore), e lui è stato cresciuto dal sindaco di Storybrooke, Regina Mills (ossia la Regina Cattiva, interpretata magistralmente da Lana Parrilla).

“Nelle mani sbagliate” dice la Morrison “Qualunque di questi personaggi potrebbe sembrare ridicolo – potrebbe essere sopra le righe, una caricatura o semplicemente molto difficile da credere. Ma Ginny rende Biancaneve una persona vera piuttosto che una principessa delle favole. Quando alla base di tutto c’è una sensibilità del genere, allora il personaggio si rivela in una maniera totalmente diversa”.

Kitsis e Horowitz concordano. “Ginny riuscirà a rendere sempre la parte autentica di una scena” dice Kitsis “Non ha importanza che stia parlando con un grillo, lei rende la scena reale. Riesce a simulare le pause e il silenzio nella scena. E riesce a fare tantissimo con uno sguardo. Trasforma la nostra sceneggiatura in realtà in un modo che è sempre migliore di quanto c’aspettassimo”.

LA PRIMA VOLTA CHE IL TEAM DI SCRITTURA E PRODUZIONE EBBE L’IDEA PER QUESTA SERIE FU CIRCA DIECI ANNI FA. [IL TEAM] AVEVA FINITO DI LAVORARE A “FELICITY” PER IL WEB E AVEVA LETTO “THE USES OF THE ENCHANTMENT: THE MEANING AND IMPORTANCE0FFAIRY TALES”, IL LIBRO DEL 1976 NEL QUALE IL CELEBRE PSICOLOGO PER BAMBINI BRUNO BETTELHEIM APLLICA L’ANALISI FREUDIANA ALLE FAVOLE. IL TEAM VOLEVA FARE UN PROGRAMMA CHE POTESSE CAMBIARE GENERE DA UNA SETTIMANA ALL’ALTRA E DECISE CHE LE FAVOLE FOSSERO LA STRADA MIGLIORE DA INTRAPRENDERE.

“Una settimana poteva essere spaventoso, un’altra poteva essere divertente” dice Kitsis “Nessuno stava facendo un programma del genere”.

Ma [i creatori del programma] non sapevano ancora come incorporare entrambi i mondi in uno – fino a quando non lavorarono a “Lost”. Dice Kitsis: ““Lost” è stato fantastico perché in esso c’erano molti mondi diversi e una mitologia, ma l’attenzione è stata centrata prima di tutto sui personaggi. Non avremmo potuto fare “Once Upon A Time” senza prima lavorare a “Lost””.

Nell’estate del 2010 portarono l’idea agli studi televisivi della ABC, ebbero il via libera per scrivere un episodio pilota e crearono il ruolo di Biancaneve avendo Ginnifer Goodwin in mente.

Lei era “la prima e l’unica idea” dice Kitsis, che si era ricordato del suo ruolo nel film del 2003 di Julia Roberts, “Mona Lisa Smile”, nel quale aveva avuto la sua prima parte in un film per il grande schermo, lavorando con colleghe più allenate come Kirsten Dunst, Julia Stiles e Maggie Gyllenhaal. “Ginny catturò sul serio la mia attenzione” dice Horowitz “Pensai ‘Wow, quella è un’attrice che ha una presenza e un talento davvero sorprendenti’”.

Ma fu il suo lavoro in “Big Love” a convincerli davvero. “Parlavamo sempre del ‘sorriso alla Margene’” dice Kitsis. “Margene aveva un’anima così bella ed energica, eppure era forte e tenace, quando doveva esserlo. Volevamo che Biancaneve fosse così. Non volevamo una damigella in pericolo. Volevamo una Biancaneve che non avesse bisogno di un principe che la salvasse”.

Durante le cinque stagioni che la Goodwin passò in “Big Love”, Margene maturò da sposa ingenua a donna lavoratrice e scaltra. E quando, nel marzo del 2011, la serie finì, “Ero devastata” dice l’attrice. “Amavo così tanto quel lavoro – avevo un personaggio che stava cambiando di fronte al pubblico. Onestamente, avrei fatto quel programma per anni, se avessero continuato a produrlo”.

Jeanne Tripplehorn, che interpretava Barb, la prima moglie matriarcale di Paxton, è rimasta legata alla Goodwin. “In “Big Love”, gli scrittori scelsero l’innocente allegria giovanile di Ginny – quella giovinezza che lei possiede per sua natura. È una delle ragioni per cui lei è una delle mie amiche più intime. È una persona che si vuole nella propria vita perché emana vita. È davvero positiva, curiosa”

Ma, [la Tripplehorn] aggiunge che la Goodwin non è Pollyanna. “Non c’è bisogno di dire a Ginny cosa deve fare. Quando arriva sul set con tutta la sua leggerezza, è un animale [da palcoscenico]. Fa sempre del suo meglio ogni volta – è così vera e sfida gli schemi. La sua mente lavora. Lavora al massimo delle sue potenzialità, sempre”.

La Goodwin non aveva pianificato di fare altre serie dopo “Big Love”; stava cercando una pellicola per dare seguito ai suoi primi ruoli principali nei film “Mona Lisa Smile” e “Appuntamento da sogno!”. Fu anche coprotagonista in “Quando l’amore brucia l’anima”, lavorando con Joaquin Phoenix, interpretando la prima moglie di Johnny Cash.

“Pensavo che progetti così impegnativi e appaganti sarebbero stati la norma” dice lei, guardando al passato. “Quindi lessi tutti i copioni cinematografici di cui riuscii a impossessarmi, ma ero talmente priva d’ispirazione. Niente sembrava nuovo. Ne adorai una manciata, ma i ruoli furono presi da Carey Mulligan, da Natalie Portman, da Anne Hathaway e da Michelle Williams”.

Poi, un venerdì, ha ricevuto una chiamata dai suoi agenti. “Dissero ‘Ti sono stati offerti due ruoli in un programma e il copione è stato scritto da Ed Kitsis e da Adam Horowitz.’ Questo mi incuriosì ulteriormente poiché ero ossessionata da “Lost” e perché avevo molta familiarità con il loro lavoro. Poi dissero ‘Uno dei ruoli che ti è stato offerto è Biancaneve’. E io dissi soltanto ‘Accetto’. Loro dissero ‘Devi leggere il copione’ e io risposi ‘Sono sicura che accetterò questi ruoli’”.

“Andai a casa e lessi il copione ancora e ancora fino a quando non furono circa le 3:00 del mattino. Ero eccitatissima. Aspettai fino alle 9:00 del mattino, chiamai il mio manager e dissi ‘Per favore, leggi subito questo copione’. Quella sera avevamo intenzione di andare ad una festa di compleanno insieme e tutto ciò che facemmo [lì] fu parlare del copione”.

La prima cosa fatta lunedì mattina fu fissare un appuntamento con Kitsis e con Horowitz.

“Fu in quel momento – quando Ginny c’incontrò ed accettò le parti – che ci sembrò che il programma fosse diventato reale” dice Kitsis. Ma a quel tempo né lui né il suo partner sapevano che la Goodwin non era solo una fan di “Lost”, bensì anche una grande amante della Disney. Quanto grande? Beh, fino al momento in cui è stata realizzata quest’intervista (inizio autunno), è stata a Disneyland già sei volte quest’anno – particolarmente impressionante visto che la serie la trattiene a Vancouver. Di lei si sa che è solita guidare fino al parco di Anaheim per cenare con sua sorella più piccola, Melissa, o per trascorrere lì la giornata in compagnia dell’amica Tripplehorn e del figlio adolescente di quest’ultima.

“Sono stata cresciuta con i film animati della Disney” dice la Goodwin. “Mia sorella è diventata una disegnatrice grazie ai film animati della Disney. Arrivammo insieme a Los Angeles nel 2003 e decidemmo di restare quando, un giorno, eravamo a Disneyland. È sicuramente il posto più felice di tutta la terra”.

“Vivevo a New York City e stavo facendo “Ed” [serie della NBC]” continua “Qui finii per girare “Appuntamento da sogno!” ma pensavo che sarei rimasta a New York – volevo fare teatro. Ho sempre avuto un debole per i film animati della Disney e ho fatto le audizioni per i nuovi film [ha provato per i ruoli de “La principessa e il ranocchio” e di “Rapunzel”] – ma a tutt’oggi la cosa non ha ancora avuto i risvolti sperati. E per anni, ho partecipato a dei talk-show e, quando mi si chiedeva cosa avrei voluto fare, alla fine rispondevo: ‘Potrei morire felice se interpretassi una principessa Disney’”.

Ma non una principessa Disney qualsiasi. Quale principessa considera la più bella di tutte? “è una domanda così noiosa” dice lei “Ma la mia preferita è Biancaneve”. Infatti alcuni anni addietro aveva organizzato una festa di Halloween in cui si era travestita da Biancaneve, il che ha reso tutto particolarmente simile ad un sogno quando, durante la prima stagione di “Once Upon A Time”, ha messo piede sul set del rifugio dei sette nani con un vestito e una parrucca da favola ed è stata circondata da Dotto, Cucciolo, Brontolo e tutti gli altri in una stanza occupata da sette letti, sui quali erano incisi i loro nomi.

“E’ stato come mettere piede in un film animato” dice. “Mi sono sentita come se avessi trasformato il film animato in realtà perché avevo sempre voluto farlo così fortemente. Il genere fantastico è quello in cui sono più ferrata come membro del pubblico. Questo è il mio “Harry Potter””.

LA GOODWIN NON HA FINITO PER ADORARE LE FAVOLE PER CASO: “DURANTE LA MIA INFANZIA MIO PADRE MI RACCONTAVA OGNI SERA UN DIVERSO CAPITOLO DELLA STESSA STORIA PRIMA DI ANDARE A LETTO” DICE. “E' UNA STORIA CHE SI INVENTAVA LUI MAN MANO CHE ANDAVA AVANTI, E PARLAVA DI UNA GUERRIERA CHE CAVALCAVA UNA TIGRE. SUO PADRE ERA UN MAGO E I SUOI MIGLIORI AMICI ERANO UN PIPISTRELLO E UNA TARTARUGA. MI PIACEVA TANTISSIMO.”

I suoi genitori tesero ad aiutarla a coltivare le sue passioni anche per quanto riguarda la recitazione, che iniziò a praticare alle recite scolastiche e al teatro locale riservato agli attori iscritti alla Actors’ Equitiy Association fin da quando andava all’asilo. Ma furono stabilite delle regole. “Ho sempre capito che se i miei voti ne avessero risentito, sarei stata eliminata da qualsiasi produzione” dice. “E non mi era permesso accettare assegni o fare qualcosa che prevedesse quel tipo di compenso”.

Jennifer Michelle Goodwin (ha cambiato lo spelling del suo primo nome per adeguarlo alla parlata strascicata di Memphis, che ha perso da allora) non fu la prima nella sua famiglia a saltare sul carro vincente dello show business. Il suo bisnonno, Hal Halperin, diresse l’ufficio di Chicago di “Variety”; la sorella del suo bisnonno, Nan Halperin, fu una stella del varietà. Suo padre, Tim Goodwin, fu contemporaneamente un musicista che si divise tra la carriera di direttore d’orchestra per Roy Orbson e il dirigere uno studio di registrazione a Beale Street e l’Accademia Nazionale delle Scienze e delle Arti di Registrazione di Memphis. E, ovviamente, c’è anche sua sorella, Melissa Goodwin Shepherd, una stop motion animator, che ha lavorato a “Robot Chicken”.

Quando l’attrice si è diplomata all’università di Boston nel 2001, aveva già un agente. Ricorda sarcasticamente la sua prima apparizione in tv in “Law & Order”: “Impersonai una ragazza di Brooklyn che masticava rumorosamente una chewing gum e che a un certo punto trova un corpo morto e urla” Questo la portò a un ruolo ricorrente in “Ed” della NBC, nel quale interpretava un’intelligente studentessa outsider del liceo, Diane Snyder. Con la sua innocente miscela di forza e di bontà silenti, la Goodwin riuscì a rendere straordinario ciò che non lo era. Inoltre, ogni singolo ruolo interpretato le ha insegnato qualcosa di nuovo.

“Ho imparato grazie alla collaborazione con attori fantastici, a cominciare da Julia Roberts” dice. “Gli standard che lei stabilì erano elevatissimi, in termini di impegno, di concentrazione, di professionalità e di rispetto”.

Nonostante negli ultimi anni abbia partecipato come coprotagonista a due grandi film sentimentali – nel 2009 hainterpretato Gigi, la giovane in cerca dell’amore nel film dal cast stellare “La verità è che non gli piaci abbastanza”, e la remissiva migliore amica di Kate Hudson, Rachel, in “Something Borrowed” dell’anno scorso – i ruoli cinematografici significativi si rivelarono scarsi. “Se si vuole trovare qualcosa di speciale, le opportunità sono rare. Altrimenti, si finisce per fare gli accompagnatori durante i grandi eventi. E io non voglio davvero rientrare nella categoria degli accompagnatori – cosa della quale vado molto fiera”.

In “Once Upon A Time” ha un pubblico vastissimo. Inoltre, dice: “Accettai la parte perché non riuscivo ad immaginare di guardare questo programma senza essere verde d’invidia per via di tutti gli attori che vi lavoravano”.

Quando la serie andò in onda con l’episodio pilota nell’ottobre del 2011, si sintonizzarono 13 milioni di spettatori (aggiungendo l’indice d’ascolto delle video-registrazioni il numero dei telespettatori crebbe bruscamente fino ad arrivare a 15 milioni e mezzo). Fu la serie drammatica a debuttare col più alto indice d’ascolto nella fascia tra i 18 e i 49 anni e il più grande debutto della ABC dopo cinque anni. Da allora, la serie continua costantemente a vincere nei grafici demografici-chiave femminili, in rapporto a tutti gli altri programmi che vanno in onda nella stessa fascia oraria, ed è considerata la serie drammatica numero uno per la visione con la famiglia, attraendo sia bambini sia adolescenti.

Grazie al programma, la Goodwin ha incontrato anche il suo principe azzurro della vita vera nella persona del coprotagonista Josh Dallas, l’attore formatosi a Londra che frequenta dall’anno scorso. Fortunatamente la sua vita privata è rimasta abbastanza privata, poiché il programma viene girato a Vancouver, una città relativamente libera dai paparazzi.

Ma anche quest’aspetto sta cambiando ultimamente. “Ero molto contenta del livello d’anonimato che avevo prima” dice. “Con “Big Love” ero abituata a una nicchia di telespettatori. Venivo fermata perché qualcuno era convinto che io andassi nella sua stessa palestra – cosa che non era vera, perché io odio le palestre. Ma ora vengo fermata come Biancaneve e ciò può diventare un pochino travolgente”.

Come l’altra sera, quando è uscita di corsa per andare a un supermercato di Los Angeles ed è stata salutata da macchine fotografiche – consumatori con la fotocamera nei cellulari e paparazzi onnipresenti. Per un momento si domanda se dovrebbe ricorrere a una copertura con degli occhiali da sole per i suoi lineamenti sempre più riconoscibili, quando esce la sera, o se si dovrebbe semplicemente preparare per questa nuova realtà, uscendo di casa sempre truccata, a prova di fotografo.

“E' stupefacente” dice, sorpresa dal fatto che dovrebbe dover pensare anche a come gestire queste intrusioni. Ma si sta abituando, la Goodwin soppesa il dilemma, poi non ci pensa più, lancia il suo miglior sorriso alla Margene e dice con il solito ottimismo: “Sono ancora convinta che fossero lì per qualcun altro”.

Biancaneve potrà essere il cuore di “Once Upon A Time” MA GINNIFER GOODWIN, CHE IMPERSONA LA DONZELLA DALLE LABBRA ROSSO-RUBINO, DICE CHE LA COPROTAGONISTA JENNIFER MORRISON – SCRITTURATA COME EMMA SWAN – è LA VERA EROINA DEL PROGRAMMA.

“Stavo parlando con i ragazzi” – così la Goodwin definisce i creatori della serie Edward Kitsis ed Adam Horowitz – “delle attrici che stavano valutando per Emma [all’inizio]. Per me era molto importante che loro scritturassero qualcuno con il quale mi sarei sentita sicura ad interpretare un ruolo secondario. Sono sempre stata acutamente consapevole del fatto che Emma fosse il tema centrale. È la storia di Emma – è lei la nuova principessa. Una sera mi chiamarono e tutto ciò che dissero fu ‘Jennifer Morrison’. E io dissi ‘Oh, grazie a Dio! È questo il programma nel quale voglio essere’”.

Nonostante condividano un manager, John Carrabbino, la Goodwin e la Morrison hanno molto più di questo in comune. Arrivarono entrambe ad Hollywood all’incirca nello stesso periodo e trovarono presto il successo in TV. La Morrison interpretò la Dr. Allison Cameron in “House” della Fox, mentre la Goodwin fu presente in “Big Love” della HBO. All’inizio, entrambe avevano capelli lunghi e castani (anche se la Goodwin ammette d’indossare le parrucche perché non le piacciono i capelli quando sono lunghi) e furono spesso scambiate l’una con l’altra.

Dice la Goodwin: “Una volta mentre mi trovavo sul red carpet in occasione della cerimonia dei Golden Globe, tutti insistevano nel dire che io fossi Jennifer Morrison e mi chiedevano di “House”. Amavo House, quindi risposi”.

La Morrison – un’abitante di Chicago che debuttò a 15 anni come la figlia di Richard Gere e di Sharon Stone nel film “Trappola d’amore” – ride riguardo alla questione delle loro identità scambiate. “Quando conobbi Ginny, lei mi disse: ‘Devo scusarmi. Faccio le interviste passando per te perché sono stufa di spiegare che non sono te.’ Abbiamo legato su quello”.

Quel primo incontro – organizzato da Carrabbino anni fa come un ‘appuntamento con un’amica’ – si dimostrò fortuito in altri modi.

“Seppi da John che il compleanno di Jennifer era il giorno prima o quello dopo” ricorda la Goodwin. “Le comprai un libro delle favole dei fratelli Grimm perché pensai che tutti amassero le favole. Quando lei giunse alla lettura preliminare riservata a “Once Upon A Time”, tirò fuori il libro. Disse che aveva iniziato a negoziare per la serie già mentre lavorava in “How I Met Your Mother” [ha interpretato la fanatica d’architettura, Zoe Pierson, negli anni 2010-2011], e che le era stato detto che non si sarebbe trovata soluzione alle date. Poi notò il libro delle favole spuntar fuori dallo scaffale e capì che sarebbe finito tutto bene”.

La Morrison potrà essere l’eroica guida di “Once Upon A Time”, ma diversamente dagli altri attori-chiave nella serie – la Goodwin, Lana Parrilla, Josh Dallas e Robert Carlyle – lei interpreta un solo personaggio che esiste solo nel mondo ‘reale’. Ma questo ha comunque i suoi lati positivi. Interpretando Emma, lei scopre la sua vera identità, spezza il sortilegio malvagio e si trasforma in una persona che crede.

“Per certi versi, mi ritrovo a essere il pubblico” dice. E deve indossare anche delle belle giacche di pelle e dei jeans sexy. “Probabilmente non si è mai vista Jennifer Morrison senza trucco” dice la Goodwin dell’amica. “è una delle persone più belle del pianeta. Quando finisce di fare yoga è scon-vol-gen-te”.


FONTE-->http://enchantedtales.myblog.it/archive/2013/02/24/intervista-del-magazine-emmy-ginny-nel-paese-delle-meravigli.html

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